Luca Sargenti legge per voi il maestro del brivido Edgar Allan Poe.
In occasione di Halloween partiamo con un primo approfondimento su uno dei maestri di scrittura dell'orrore: Edgar Allan Poe. Per l'occasione il nostro direttore artistico e attore legge uno dei più celebri tra i suoi Racconti del Terrore: Il cuore rivelatore!
IL CUORE RIVELATORE
Il racconto è la confessione dell'omicidio di un vecchio.
L'anonimo protagonista puntualizza immediatamente di essere sano di mente, anche se un po' nervoso; durante tutto il racconto vorrà dimostrare la sua lucidità mentale nel premeditare e compiere il crimine.
L'assassino amava il vecchio con cui viveva, ma non sopportava il suo occhio chiaro da avvoltoio, quell'occhio sempre incombente, vitreo, che lo innervosiva, lo faceva letteralmente diventare matto.
Così si decise.
Per sette notti a mezzanotte l'assassino entrò cautamente nella camera del vecchio, ma questi dormiva, rendendo impossibile all'uomo vedere il suo occhio malvagio. Per questo inizialmente non riuscì a ucciderlo.
Tuttavia l'ottava notte, sentendo un rumore, il vecchio si svegliò. Per un'ora intera l'assassino non si mosse. Poteva sentire l'affanno e la tensione del vecchio che si trasformavano in paura, mentre il suo battito cardiaco aumentava.
Infine, dopo aver atteso che il vecchio si ricoricasse, il protagonista aprì leggermente la sua lanterna cieca ma, differentemente da ciò che si aspettava, la luce cadde proprio su quell'occhio malvagio ancora aperto; il battito sempre più forte e ossessivo del cuore, che sembrava provenire dal vecchio stesso, e il furore crescente lo portarono a uccidere.
Si rallegrò, poiché quell'occhio non lo avrebbe più turbato. Per occultare il cadavere lo smembrò e lo nascose sotto le tavole del pavimento. Finì tutto alle quattro di mattina.
Proprio a quell'ora arrivarono tre poliziotti chiamati da qualcuno che aveva sentito le grida del vecchio. Ma l'assassino, sicuro di non poter essere scoperto, raccontò che aveva gridato lui nel sonno, a causa di un incubo, e che il vecchio era in viaggio.
I poliziotti, convinti dalle sue parole, iniziarono a chiacchierare fra di loro. Fu proprio allora che l'assassino sentì nuovamente quel suono, lo stesso suono che aveva preceduto il furore dell'uccisione: un battito. Un battito cardiaco sempre più distinto, proveniente da sotto il pavimento. I poliziotti sembravano indifferenti a quel rumore, tanto che quell'indifferenza gli parve un atteggiamento ingannatore e beffardo, atto a smascherarlo.
In un crescendo emotivo nel quale l'assassino è preda di allucinazioni e paura di essere scoperto, questi si costituirà, svelando loro l'ubicazione del cadavere.
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